Quale Ringraziamento?

Ogni anno, la fine di novembre è un periodo difficile: la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere, il Ringraziamento e il Black Friday ci ricordano quanto il sistema in cui viviamo sia intriso di cultura patriarcale, machista, queerfobica, colonialista, razzista, specista, vegefobica, classista, capitalista e consumista. Oggi, mentre le folle si accalcano davanti ai negozi e ingrossano le tasche di Jeff Bezos, vorremmo condividere con voi la nostra traduzione de The Real Story of Thanksgiving di Susan Bates, una storia che ha davvero poco a che vedere con la narrativa mainstream, e il Thanksgiving del Farm Sanctuary, che si festeggia per i tacchini, quelli liberi.

LA VERA STORIA DEL RINGRAZIAMENTO
di Susan Bates

La maggior parte di noi associa il Ringraziamento a pellegrinə e nativə americanə felici che si siedono attorno a un grande banchetto. E questo è successo – una volta.
La storia ha inizio nel 1614, quando un gruppo di esploratori inglesi salpa alla volta dell’Inghilterra con una nave carica di nativi Patuxet destinati alla schiavitù. Gli inglesi avevano portato con loro il vaiolo, che aveva ucciso tuttə coloro che erano riuscitiə a scappare. Arrivati nella baia del Massachusetts, i pellegrini scoprono che solo un indigeno Patuxet è sopravvissuto, un uomo chiamato Squanto, che era riuscito a scampare alla schiavitù in Inghilterra e che conosceva l’inglese. Squanto insegna loro a coltivare il mais e a pescare, e negozia un trattato di pace tra i pellegrini e la nazione Wampanoag. Alla fine del loro primo anno di pace, i pellegrini tengono una grande festa in onore di Squanto e dellə Wampanoag.
Tuttavia, quando in Inghilterra si sparge la voce della realtà paradisiaca che si può trovare nel nuovo mondo, i fanatici religiosi, chiamati puritani, cominciano a raggiungerlo con le loro navi. Non trovando recinzioni che delimitino le terre, le considerano di dominio pubblico e, insieme ad altri coloni britannici, se ne impadroniscono, condannando i nativi più giovani e forti alla schiavitù e uccidendo lə altrə. In tutto ciò, la nazione Pequot non aveva accettato il trattato di pace negoziato con Squanto e quindi decide di ribellarsi. La guerra dei Pequot rimane una delle guerre indigene più sanguinose mai combattute.
Nel 1637, vicino all’attuale Groton (Connecticut), più di 700 uomini, donne e bambini della tribù Pequot si riuniscono per la loro annuale Festa del Mais Verde, che coincide con il Ringraziamento. Nelle ore prima dell’alba lə indigenə addormentatə vengono circondatə da mercenari inglesi e olandesi che ordinano loro di andarsene: quelli che se ne andarono furono fucilati o bastonati a morte, mentre le donne e i bambini, terrorizzatə, si nascosero in casa e furono bruciatə vivə. Il giorno dopo, il governatore della colonia di Massachusetts Bay indice “un giorno del ringraziamento” per lə 700 uomini, donne e bambini disarmatə che erano statə uccisə.
Felici della loro “vittoria”, i coraggiosi coloni e i loro alleati indigeni attaccano villaggio dopo villaggio. Le donne e i bambini sopra i 14 anni vengono vendutə come schiavə, mentre gli altri vengono uccisi. Barche cariche di anche 500 schiavə lasciavano regolarmente i porti del New England. Venivano pagate taglie per gli scalpi dellə indigenə, così da incoraggiare il maggior numero di morti possibile.
Dopo un raid particolarmente riuscito contro i Pequot in quella che oggi è Stamford (Connecticut), le chiese annunciano un secondo giorno di “ringraziamento” per celebrare la vittoria sullə selvaggə paganə. Durante il banchetto, le teste mozzate dellə nativə vengono calciate per le strade, come se fossero palloni da calcio. Nemmeno lə amichevoli Wampanoag sfuggono a questa follia. Il loro capo viene decapitato e la sua testa impalata a Plymouth, nel Massachusetts, dove rimase esposta per 24 anni.
Le uccisioni divengono sempre più frenetiche, con giorni di festa del ringraziamento dopo ogni massacro riuscito. Sarà George Washington a suggerire di istituire un solo Giorno del Ringraziamento, invece di celebrare ogni singolo massacro. Più avanti, Abraham Lincoln renderà il Giorno del Ringraziamento una festa nazionale legale durante la Guerra Civile – lo stesso giorno in cui ordina alle truppe di marciare contro lə Sioux affamatə in Minnesota.
Questa storia non porta con sé quei sentimenti così confusi associati all’immagine dellə nativə e dei pellegrini sedutə insieme attorno a questo grande banchetto. Dobbiamo imparare la storia vera, in modo che non si ripeta mai più. Il prossimo Ringraziamento, quando vi riunirete con lə vostrə carə per ringraziare Dio per tutte le vostre benedizioni, pensate a quelle persone che volevano solo vivere la loro vita e crescere le loro famiglie. Anche loro si sono presə del tempo per dire “grazie” al Creatore per tutte le loro benedizioni.

Per approfondire vi consigliamo di guardare anche The Truth About Thanksgiving e il video in cui una ragazza nativa racconta la vera storia del Ringraziamento.

Il Ringraziamento non ha solo una storia di violenza nel passato, ma continua ad averla anche nel presenta: si stima che ogni anno vengano uccisi solo in occasione di questa celebrazione e solo negli USA 46 milioni di tacchini. Ma fortunatamente c’è sempre chi si muove in direzione contraria: è il caso del Farm Sanctuary, che ogni anno organizza un pranzo per i tacchini che vivono liberi nel rifugio. Vi consigliamo di guardare il video girato quest’anno a Watkins Glen (New York) e Acton (California) e introdotto da Brenda Sanders, fondatrice e direttrice esecutiva della Afro-Vegan Society, co-fondatrice di Thrive Baltimore, co-creatrice del Vegan SoulFest di Baltimora e co-proprietaria di The Greener Kitchen. Potete vedere il video cliccando qui. Chissà, magari il prossimo anno il collegamento sarà anche con l’Italia… 🙂