Pubblicità Ingannevole

Lunedì 20 dicembre, M57, uno degli orsi detenuti nella prigione conosciuta come Casteller, è stato trasferito in gran segreto in uno zoo in Ungheria.

Gli orsi per la Provincia di Trento, si sa, sono solo un problema da risolvere.
Sono soggetti che non stanno alle regole umane, soggetti incompatibili con la presenza pervasiva dell’uomo, sono solo animali problematici, ed è per questo che vanno combattuti, rinchiusi, se non addirittura abbattuti, così da eliminare finalmente il problema alla radice e risparmiare sulle spese.
Questa è  stata fino ad ora la politica adottata dalla Provincia Autonoma di Trento nella gestione degli orsi (ma non se la vedono certo meglio gli altri selvatici presenti sul territorio).


Poi però esiste un altro orso, l’orso simbolo, l’orso metafora, l’orso immagine da utilizzare.
Eccone alcuni esempi:

Stemma comune di Andalo (Trento)

 

 

 

 

Stemma (Ex) Comune di Dorsino (Trento)

 

 

 

 

Comune di San Lorenzo Dorsino (Trento)

 

 

 

 

Comune di Vallarsa (Trento)

 

 

 

 

Comune di Caines (Bolzano)

 

 

 

 

Come possiamo vedere l’araldica dei comuni del territorio utilizza l’orso come simbolo, ma non sono solo i comuni ad essere legati all’immagine di questo animale non umano.
Un orso è anche l’animale simbolo del Parco Nazionale Adamello Brenta,

Parco che, ricordiamo, è il luogo che vide l’inizio nel 1996 del progetto Life Ursus, per la tutela della popolazione dell’orso bruno e che poco o nulla ha fatto invece per la sua protezione.

 

Appare evidente che l’orso simbolo è ben presente nella storia del territorio trentino e all’occorrenza viene utilizzato per pubblicizzarne i luoghi e la sua natura selvaggia.

Ma l’immagine dell’orso è importante anche per vendere i prodotti del territorio, le sue eccellenze, ed è  proprio nei giorni in cui M57 veniva segretamente spedito in uno zoo, che abbiamo iniziato a vedere sugli scaffali dei supermercati italiani le scatole di una famosa ditta di prodotti vinicoli trentini che ha pensato bene di sfruttare l’immagine di un orso per pubblicizzare un suo prodotto.

 

 

 

 

 

L’immagine dell’orso è un potente richiamo pubblicitario, un potente simbolo da sfruttare per far conoscere i luoghi e i prodotti del territorio trentino, ma tale deve rimanere, una icona, una foto in bianco e nero.
Quando l’orso da immagine diviene essere in carne ed ossa è invece un problema, e si trasforma nel nemico numero uno non solo per la Provincia di Trento ma anche per chi ne usa e sfrutta il territorio, contrario a qualsiasi convivenza.
Che sia l’industria turistica o l’ industria alimentare, tutti sono contro l’orso, essere distruttivo e pericoloso

E noi ci chiediamo come sia possibile tanta ipocrisia, come sia possibile convivere con tali livelli di dissociazione.
Come possiamo leggere sulla pagina dei viticoltori:

In un’incantata visione invernale, un manto innevato fa da sfondo ai ritratti di animali fieri e selvaggi: l’orso, la volpe, l’aquila e il cervo vivono indisturbati nella natura e fanno parte dell’ecosistema a cui le Cantine sono legate da sempre e che si impegnano a rispettare con una viticoltura sostenibile

Ma a quale vita indisturbata si riferiscono, di quale ecosistema stanno parlando queste persone?
Cosa ne pensano queste persone del Casteller e della gestione del territorio trentino da parte della PAT?

Ma non possiamo dare noi questa risposta, che forse va girata ai diretti interessati. Cosa ne pensate?